Onorevoli Colleghi! - A oltre sessanta anni dalla Liberazione del nostro Paese, riteniamo doveroso istituire per i luoghi che caratterizzarono quella vicenda una tutela analoga a quella a suo tempo stabilita per i luoghi della prima guerra mondiale.
      La guerra di Liberazione ha visto la partecipazione di italiani, partigiani, patrioti, esercito e Forze armate regolari impegnati in duri combattimenti per la riconquista della libertà e della democrazia, dai giorni dell'armistizio dell'8 settembre 1943 al 25 aprile 1945.
      Nel contempo, gli internati militari italiani con alto senso del dovere mantenevano fede al loro giuramento e pativano nei campi di concentramento tedeschi fame, stenti e malattie che ne portarono alla morte alcune decina di migliaia.
      Le popolazioni civili pagarono un alto prezzo sotto forma di rappresaglie perché i tedeschi non riconoscevano ai partigiani e in generale all'Italia il ruolo di normali belligeranti (di qui l'eccidio di soldati regolari a Cefalonia e in altre consimili vicende).
      Il passare degli anni, naturalmente, diminuisce la riconoscibilità delle vestigia di quelle vicende sul territorio italiano e la possibilità di mantenere viva, con la loro stessa preservazione, la memoria di quei fatti.
      La guerra di Liberazione costituisce la base della nostra Costituzione. Ricordiamo quanto scriveva Piero Calamandrei: «Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate sulle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perchè lì è nata la nostra Costituzione».
      Pertanto, si ritiene giunto il momento di provvedere a tutelare tale patrimonio storico con le modalità previste dalla presente proposta di legge.

 

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